«L’uomo della
post-modernità vive in una condizione di frammentarietà di valori, idee,
relazioni, egli ha perso la centralità del suo essere nel mondo come artefice
del proprio destino e di quello della comunità. Pertanto, bisogna recuperare la
dimensione etica del vivere civile attraverso una relazione soggettiva con la
comunità intersoggettiva, ponendo il bene comune come fondamento centrale della
convivenza civile.»[1]
Pertanto, in questa
situazione, purtroppo, si assiste all’emergere sempre più incalzante dei
cosiddetti Paladini della “legalità”, i quali, forti del loro pensiero debole,
alimentatosi dentro un certo oscurantismo culturale di ritorno, si ergono a
difensori dell’ordine contro il presunto disordine, a lottatori contro ogni
presunta forma di ingiustizia e di illegalità. Questi paladini della “il-legalità”
si sono dati una missione, quella del nulla, giustizieri del vuoto culturale,
promotori della confusione, contestatori di tutto, diffusori, sostengono loro,
di quei valori e virtù della laicità che in realtà misconoscono o ignorano del
tutto. Questi paladini, fautori di
illegalità, diffusori di una mediocrità culturale, generatori di confusione e
disorientamento si mimetizzano dietro una certa forma di laicità, in realtà
sono una sottospecie “transgenetica” di laicisti. Il laicismo è definito dal
dizionario Treccani come: “ogni posizione
che voglia garantire l’autonomia culturale e politica degli individui e delle
organizzazioni contro i tentativi di imporre, attraverso il potere statale,
concezioni filosofiche, religiose, politiche e sociali proprie di particolari
gruppi.” Questi Paladini della “il-legalità” in realtà sono solo dei contestatori di tutto e tutti,
non gli va bene nulla, tutto è ingiusto e illegale perché non conforme alla
loro bramosia narcisistica. In sintesi, vanno sempre in cerca di un momento di gloria
che solo una vuota contestazione gli può dare. Se li osservi bene non si fanno
troppi scrupoli quando c’è da difendere il loro interesse, a quel punto tutto
diventa lecito, perseguibile, giusto, perché il “fine giustifica i mezzi”. Sono
quelli che minimizzano su tutto quando si tratta di loro, si lasciano andare a
vizi e forme di nefandezze senza tanti scrupoli, perché nella sfera privata
nessuna legalità è imposta, quella vale solo per gli altri, l’appello alla
legalità vale solo quando c’è da destabilizzare un sistema perché dalla
confusione loro ne traggono godimento, è il luogo del non pensiero che
perseguono, la loro missione consiste nella diffusione del pensiero debole. Cosa
dire ancora? Meno male che esistono questi paladini, altrimenti vivremmo tutti
come primitivi incivili e illegali, dovremmo ringraziarli perché tentano di
riportarci sulla retta via…allora voglio dedicare a loro, perché solo questo
meritano, la canzone di F. Gabbiani, “PACHIDERMI E PAPPAGALLI”, potrebbe essere
il loro “manifesto”!
[1] BORGIA G., La convivenza democratica: idee e
prospettive degli studenti, degli insegnanti e dei genitori. I risultati di
un’indagine-ricerca, In Formazione e Insegnamento. Rivista internazionale
di scienze dell’educazione e della formazione. Anno XV supplemento N° 2 2017,
Pensa MultiMedia s.r.l., Lecce 2017, 221-222.
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