mercoledì 21 ottobre 2009

LA SCUOLA DELLE COMPETENZE

Vi presentiamo un'esperienza vissuta nella scuola secondaria di primo grado "Verga/Don Milani" di Barrafranca. La prof.ssa Costa Maria da diversi anni ha attivato il laboratorio di Arte e Immagine, "Facciamo bella la nostra scuola". Si tratta di realizzare insieme agli alunni dei murales nelle varie aule. Lo scorso anno alcuni ragazzi, guidati da chi scrive, nell'ambito del laboratorio di mediaeducation come prodoto finale hanno realizzato un video di tutti i murales realizzati nella nostra scuola che nel presente video vi presentiamo.

la scuola un bene comune. Quale ruolo per l'educazione




Oggi c’è il rischio di concepire il bene comune come il bene di tutti che utilizzo per i miei interessi personali. La scuola è un bene comune che giova a tutta la “Comunità Educante”. Pertanto, l’asse centrale attorno al quale deve ruotare la progettazione di un’istituzione scolastica, il fondamento sul quale deve poggiare, deve essere proprio il BENE COMUNE. Se la scuola è un bene per tutta la Comunità, l’educazione deve avere un ruolo centrale, un valore dal quale non si può prescindere. La scuola concepita come bene comune è qualcosa che ci appartiene, quindi, tutti dovremmo adoperarci per contribuire a potenziarla e servircene per il bene di tutti, al fine di dare alle comunità cittadine la possibilità di dotarsi di uno “strumento” qualificato ad alta potenzialità formativa, capace di offrire a tutte le persone pari opportunità per raggiungere i più elevati livelli culturali. Quelli che operano nella scuola sono chiamati a progettare percorsi educativi di cambiamento, che vadano nella direzione della crescita e dell’emancipazione culturale delle persone. Se la nostra prassi educativa non genera cambiamento è fine a se stessa, una scuola è uno “strumento” che ci deve aiutare in tal senso, diversamente anche questa rischia di trasformarsi in realtà autoreferenziale. Oggi ci troviamo in un momento storico particolarmente delicato, in una fase storica nella quale noi educatori, siamo chiamati a raccogliere la “Sfida Educativa” che la società del nuovo millennio ci pone.

Nella nostra prassi educativa non possiamo prescindere dal fare costante riferimento a quattro categorie concettuali:

LA COMPLESSITÀ: oggi siamo in una società complessa, questa, di per sè, non è un limite, la società è diventata complessa perché più dinamica, culturalmente più variegata ed evoluta, per cui, più difficile da gestire, perchè le dinamiche sociali si sono moltiplicate. Quindi, diventa più complicato trovare soluzioni, elaborare progetti significativi verso il bene comune, verso lo stato sociale, verso la scuola, l’economia, la politica, ecc…

IDENTITÀ: l’uomo deve riscoprire la sua ragion d’essere, la sua identità di persona umana. L’Uomo non è un essere vivente come tutti gli altri, prima di tutto è un UOMO, ha un’intelligenza, una ragione, dei sentimenti. L’uomo è quell’essere vivente che è capace di relazionarsi e vivere rapporti sociali.

RELAZIONE: Goleman scrive che “siamo programmati per connetterci”, quindi per entrare in relazione con gli altri. Tutta la nostra esistenza è un continuo relazionarci, non siamo delle “Monadi”!

EDUCAZIONE: come processo che porta l’individuo dal suo stato egocentrico a quello di percepirsi come persona tra persone. L’educazione come processo che attraverso l’arte della maieutica, aiuta una persona a fare uscire l’uomo che c’è dentro di se, un essere capace di pensiero critico, in grado di relazionarsi positivamente con altri essere umani, per essere il “timoniere” della società del ventunesimo secolo. In altri termini, la prassi educativa si può sintetizzare attorno ai tre pilastri dell’educazione: SAPERE, SAPER FARE, SAPERE ESSERE. Questa la mission della scuola del ventunesimo secolo!

martedì 13 ottobre 2009

PARABOLA DELL'ELEFANTE E DEI CIECHI



C'era una volta un re dell'India del nord che riunì in un posto tutti gli abitanti ciechi della città. Poi davanti ai presenti fece passare un elefante. Lascio che alcuni gli toccassero la testa e disse:"un elefante è così?". Altri poterono toccare le orecchie o le zanne, la proboscide, il dorso, una zampa, il didietro, la coda. dopo di che il re chiese a ciascuno dei non vedenti: "com'è l'elefante?". E, secondo la parte che avevano toccato, quelli rispondevano: "è come un cesto intrecciato... è come un vaso...è come l'asta dell'aratro...è come un magazzino...è come un pilastro...è come una scopa...". Allora-continua il racconto- si misero a discutere, urlando: "l'elefante è così!!...". "No, è così!!...". si scagliarono gli uni sugli altri e si presero a pugni, con grande divertimento del re. (Quale è la morale? Ad ognuno la propria interpretazione.)

venerdì 17 luglio 2009

Facebook che "FENOMENO" sei!!?


La realtà virtuale, oggi, si è evoluta notevolmente, avvicinandosi sempre più a quella reale. Un esempio di ciò è rappresentato da Facebook. Questo ambiente virtuale ha la capacità di mettere in comunicazione e fare interagire, a livello virtuale, diverse persone. FB svolge una notevole funzione a livello materiale e sociale. Ci chiediamo se può essere ipotizzata, anche una funzione educativa. L’ambiente Facebook potremmo definirlo come una grande “Agorà”, dentro la quale si può discutere di tutto, sia di argomenti futili, sia di argomenti di un certo spessore culturale, morale, educativo. In una piazza pubblica si trova di tutto, ma soprattutto si incontrano le persone, e la persona è un valore assoluto, portatrice d’idee, pensieri, valori. Facebook avendo questa connotazione di realtà sociale virtuale può essere studiato come ambiente per educare. Ovviamente l’educazione è sempre il frutto di un rapporto relazionale reale tra un educatore e un educando, non può mai fermarsi a un livello puramente virtuale. L’educazione avviene perché un Io incontra un Tu, che lo aiuta a fare uscire quello che potenzialmente c’è già in lui. Allo stesso tempo, però, ritengo importante che la comunità scientifica, la scuola e le altre realtà educative (la famiglia, la Chiesa, le associazioni) si debbano interrogare sulle possibilità che Facebook può offrire anche a livello educativo, in altri termini, se su FB si incontrano persone (anche se in modo virtuale) credo si possano veicolare, pure, contenuti educativi.

mercoledì 8 luglio 2009

KAROL PIETRA DEL TERZO MILLENNIO


TERZO CAFFÈ LETTERARIO UCIIM SEZIONE DI BARRAFRANCA

La terza edizione del caffè letterario della sezione UCIIM di barafranca, con il quale i soci concludono l'anno associativo, quest'anno è stato dedicato alla figura di Giovanni Paolo II. Tradizionalmente il caffè letterario è dedicato all'educazione, quindi viene presentata la figura di un educatore come modello da imitare nell'azione educativa che gli ucimini svolgono quotidianamente. La figura di Giovanni Paolo II è stata rivisitata attraverso la presentazione del libro di poesie della poetessa Rosa Anna Asaro (Karolo Pietra del terzo millennio), seguita da un recital di poesie tratte dalla composizione.


PREMESSA

Gli uomini provano emozioni e sentimenti! Ma se proviamo a dare una definizione di ciò, non sempre ci viene facile, non sempre siamo in grado di trovare le parole giuste per esprimere il linguaggio dell’anima, dello spirito. Non sempre siamo capaci di definire ciò che sentiamo vibrare dentro la nostra anima, dentro il nostro cuore. La poesia, così come qualsiasi altra tipologia di arte, è una modalità per esternare le sensazioni, le emozioni, i sentimenti che proviamo. Attraverso la poesia quell’attimo emotivo si materializza, prende forma, è immortalato, attraverso la poesia la leggerezza e l’invisibilità dello spirito si rende visibile attraverso la “lettera del testo. Ovviamente, mentre tutti siamo capaci di provare emozioni, solo alcuni possiedono il dono del poetare, taluni risultano particolarmente sensibili e capaci di dare forma alle emozioni. La poesia, sostengono gli esperti, ha un grande potere catartico, per cui chi si accosta al testo poetico innesca un processo d’identificazione che a volte raggiunge una profondità così rilevante da suscitare nel lettore delle emozioni molto forti, al punto da identificarsi con il contenuto del testo. La bellezza della poesia sta proprio qui, un testo che è uguale per tutti, per il poeta che lo ha generato, per il critico, per il profano, ma che suscita in ognuno sensazioni, emozioni e sentimenti unici e irripetibili. La poesia, è una forma artistica che potremmo definire come la porta attraverso la quale il mondo interiore comunica con la realtà esteriore, una modalità attraverso la quale il nostro spirito comunica con la nostra materia per mezzo della “lettera”!

KAROL PIETRA DEL TERZO MILLENNIO

La raccolta di poesie, "Karol Pietra del Terzo Millennio" ci presenta la figura straordinaria di un grande uomo del nostro secolo e, per noi credenti, un uomo di profonda fede che attraverso la sua azione missionaria è stato capace di generare entusiasmo, gioia, speranza, ma soprattutto fede in quanti hanno avuto la fortuna di incontrarlo, in quanti hanno ascoltato la sua parola, una parola che gli veniva dettata dall’Alto, dallo Spirito.

L'autrice, Rosa Anna Asaro, attraverso le varie composizioni fa compiere al lettore un viaggio ideale che lo immerge in un itinerario spirituale, di fede, missionario. Lo stesso che compie Giovanni Paolo II, a partire dagli anni della formazione fino alla fine del suo pontificato. Il tutto arricchito da un splendida raccolta fotografica. L’autrice, ci presenta in questo itinerario l’uomo di cultura, l’uomo di fede, l’uomo educatore. La figura di Giovanni Paolo II viene presentata come quella di colui che incarna pienamente gli insegnamenti di Cristo (potremmo dire un santo). Nelle varie composizioni emergono con forza i temi della pace, della solidarietà, della fratellanza, della speranza, dell’educazione. Attraverso la lettura dei versi sembra riecheggiare la voce, a volte calda, amorevole, passionale, incoraggiante, a volte tuonante, come ad Agrigento, del nostro amato Giovanni Paolo II Questo Papa, Veramente, è stato per la Chiesa del ventunesimo secolo una Pietra sulla quale costruire un nuovo edificio.

giovedì 14 maggio 2009

INSIEME COSTRUIAMO IL NOSTRO FUTURO


TUTTI INSIEME ANIMATAMENTE

La nostra società globale si caratterizza anche come società della conoscenza, dove non è solo importante acquisire un relativo bagaglio conoscitivo, ma soprattutto abilità e competenze. Quello che gli esperti definiscono come “imparare a sapere fare e imparare a saper essere”. Alla luce di ciò, diventa importante definire anche i tempi dell’educazione. Un tempo l’istruzione aveva una durata ben definita, circa tredici anni per arrivare al diploma o diciotto fino alla laurea. Oggi il tempo della formazione e dell’educazione non è più circoscrivibile in tempi delimitati, gli esperti parlano di educazione permanente, quindi di educazione per tutta la vita. Secondo questi principi pedagogici si viene a delineare un processo educativo che dura tutta la vita, in una continua riqualificazione di quanto appreso in età scolare. La finalità è di consentire a tutti di integrarsi nell’attuale società della conoscenza: una società globale, multietnica, multiculturale, multireligiosa, una società in continuo mutamento, sempre più evoluta, tecnologica, digitale. Alla luce di quanto detto si capisce ancora meglio la finalità del percorso progettuale attivato dal centro EDA di Paternò all’interno del PON Obiettivo G 1, nella fattispecie il modulo “Tutti insieme animatamente”. Il suddetto modulo vede impegnati venti corsisti che si stanno formando in un percorso didattico incentrato sullo studio di argomenti di psicologia delle relazioni, pedagogia, metodologie per la conduzione dei gruppi, ecc. Quanto presentato è un esempio di come la scuola italiana si sta inserendo nel solco del cammino intrapreso dall’UE e che deve portare i cittadini dell’Unione verso alti livelli di competenze.

sabato 11 aprile 2009

L'insegnamento della religione cattolica: un contributo all'educazione delle nuove generazioni nel contesto dell'Europa

L’inizio del XXI secolo si sta caratterizzando come periodo globale, multiculturale, multietnico e multireligioso, venendo a determinare una società sempre più complessa. La complessità cela una duplice realtà, da un lato può essere una ricchezza, un potenziale, un insieme di risorse da valorizzare, dall’altro lato può generare confusione e smarrimento, apatia, frustrazione, paura. In questa realtà siamo chiamati a operare come educatori delle nuove generazioni, in questa società locale ed europea, l’IRC (Insegnamento Religione Cattolica) è interpellata per dare un contributo all’educazione delle nuove generazioni. All’IRC è chiesto di essere nella scuola europea disciplina con un suo preciso statuto epistemologico, pur rimanendo fedele alla sua peculiarità. L’IRC è una disciplina che ha un suo statuto epistemologico, seppur ancore in nuce e non completamente enucleato, contemporaneamente è una disciplina che ha come impianto contenutistico quello della dottrina cristiana, questo non per volontà della Chiesa, ma in virtù di una legge dello stato italiano, frutto del concordato. Su questi temi si sono confrontati gli insegnanti di religione cattolica, formatori dei formatori, delegati delle diciotto diocesi siciliane presenti al VI corso regionale di aggiornamento tenutosi ad Acireale dal 25 al 28 marzo 2009. Gli ambiti e le tematiche oggetto di studio sono stati le seguenti: L’IRC e l’educazione dei giovani nella complessità della società globale. La dimensione sapienziale dello studio: una proposta (don A. Franco); L’IRC e i percorsi di apprendimento nella società complessa (Prof.ssa C. Sirna); La proposta cristiana e la ricerca della propria identità in un contesto interreligioso (don G. Alcamo); Ricerca IR in Europa-Simposio europeo (Dott.ssa B. Condorelli)