Insigni
pedagogisti hanno sostenuto che l’ambiente è da considerare il primo abecedario della formazione e
dell’educazione, potremmo anche sostenere, senza esagerare, che la strada è da considerare il luogo primario
per la formazione e l’educazione. La strada mostra ai nostri occhi i segni
della presenza antica e nuova di una civiltà, di una comunità che educa, forma
e informa i suoi frequentatori in merito a questa presenza. L’ambiente nel
fluire del tempo si è arricchito di segni, simboli, immagini che comunicano il
senso, il significato, l’essenza, la bellezza di una comunità di persone. Nell’evolversi
della storia umana la strada è
diventata luogo comunicativo di una straordinaria bellezza, di una cultura che
testimonia ai fruitori di quella visione estetica ed estatica una realtà
antropologica venutasi a generare e sedimentare nel tempo, pertanto, questo
patrimonio diviene il segno tangibile della presenza antropica di una civiltà e
della peculiarità culturale di un popolo. L’ambiente attraverso il patrimonio
artistico testimonia anche la fede religiosa di una comunità umana e civile.
Nel nostro paese oltre a una generica dimensione religiosa questo patrimonio conferma
la presenza della religione cristiana-cattolica. In altri termini, la strada attraverso il patrimonio artistico
ci restituisce la fede genuina e semplice di una civiltà umana allocata in un
dato territorio, la quale nell’incontro con Cristo Risorto ha trovato il senso
ultimo e il significato autentico della propria esistenza e religiosità che nel
passare del tempo si è fatta etica, norma, accoglienza, civiltà e progresso. Quindi,
il nostro ambiente è da considerare la fonte primaria per ritrovare le radici
di senso della nostra storia passata, dentro la quale ad un certo momento è
entrato Dio con l’incarnazione, la passione, la morte e risurrezione di Cristo,
operando una svolta epocale al corso del nostro processo evolutivo di
civilizzazione. In sintesi, il patrimonio artistico delle nostre realtà urbane,
intrise di cristianesimo, attesta la presenza di una religione che è per l’uomo
e che chiede a questa umanità di prendersi cura della “casa comune”, il creato, entro il quale il patrimonio artistico
mostra la presenza salvifica di Dio. Pertanto, il paesaggio, la strada, l’ambiente,
diventano così la presenza della Bellezza di Dio nel mondo. È questa la
riflessione sintetica di quanto si è discusso nella tre giorni di formazione
regionale per IdRC a Cefalù, dove docenti-formatori, provenienti da tutte le
diocesi della Sicilia, si sono confrontati sul tema del: “Patrimonio artistico come ambiente di apprendimento per l’insegnamento
della religione cattolica”.
Dal convegno è venuto fuori che l’ambiente con
il suo ricco patrimonio artistico non solo è da considerare come luogo di
formazione in generale, ma grazie alla potenza comunicativa del linguaggio artistico
è da ripensare come luogo privilegiato per l’educazione e per la formazione al
senso civico, alla cittadinanza attiva e al senso di appartenenza al popolo
italiano, dove i segni del cristianesimo provano il peculiare contributo che ha
dato la religione cattolica alla tessitura del nostro tessuto sociale.
BLOG PERSONALE DI GUGLIELMO BORGIA. Questo blog nasce come spazio dedicato alla condivisione di idee, progetti, esperienze sull'educazione e la formazione. Un'attenzione particolare è rivolta al rapporto tra educazione e nuovi media
venerdì 7 dicembre 2018
giovedì 11 ottobre 2018
I PALADINI DELLA “IL-LEGALITÀ”
«L’uomo della
post-modernità vive in una condizione di frammentarietà di valori, idee,
relazioni, egli ha perso la centralità del suo essere nel mondo come artefice
del proprio destino e di quello della comunità. Pertanto, bisogna recuperare la
dimensione etica del vivere civile attraverso una relazione soggettiva con la
comunità intersoggettiva, ponendo il bene comune come fondamento centrale della
convivenza civile.»[1]
Pertanto, in questa
situazione, purtroppo, si assiste all’emergere sempre più incalzante dei
cosiddetti Paladini della “legalità”, i quali, forti del loro pensiero debole,
alimentatosi dentro un certo oscurantismo culturale di ritorno, si ergono a
difensori dell’ordine contro il presunto disordine, a lottatori contro ogni
presunta forma di ingiustizia e di illegalità. Questi paladini della “il-legalità”
si sono dati una missione, quella del nulla, giustizieri del vuoto culturale,
promotori della confusione, contestatori di tutto, diffusori, sostengono loro,
di quei valori e virtù della laicità che in realtà misconoscono o ignorano del
tutto. Questi paladini, fautori di
illegalità, diffusori di una mediocrità culturale, generatori di confusione e
disorientamento si mimetizzano dietro una certa forma di laicità, in realtà
sono una sottospecie “transgenetica” di laicisti. Il laicismo è definito dal
dizionario Treccani come: “ogni posizione
che voglia garantire l’autonomia culturale e politica degli individui e delle
organizzazioni contro i tentativi di imporre, attraverso il potere statale,
concezioni filosofiche, religiose, politiche e sociali proprie di particolari
gruppi.” Questi Paladini della “il-legalità” in realtà sono solo dei contestatori di tutto e tutti,
non gli va bene nulla, tutto è ingiusto e illegale perché non conforme alla
loro bramosia narcisistica. In sintesi, vanno sempre in cerca di un momento di gloria
che solo una vuota contestazione gli può dare. Se li osservi bene non si fanno
troppi scrupoli quando c’è da difendere il loro interesse, a quel punto tutto
diventa lecito, perseguibile, giusto, perché il “fine giustifica i mezzi”. Sono
quelli che minimizzano su tutto quando si tratta di loro, si lasciano andare a
vizi e forme di nefandezze senza tanti scrupoli, perché nella sfera privata
nessuna legalità è imposta, quella vale solo per gli altri, l’appello alla
legalità vale solo quando c’è da destabilizzare un sistema perché dalla
confusione loro ne traggono godimento, è il luogo del non pensiero che
perseguono, la loro missione consiste nella diffusione del pensiero debole. Cosa
dire ancora? Meno male che esistono questi paladini, altrimenti vivremmo tutti
come primitivi incivili e illegali, dovremmo ringraziarli perché tentano di
riportarci sulla retta via…allora voglio dedicare a loro, perché solo questo
meritano, la canzone di F. Gabbiani, “PACHIDERMI E PAPPAGALLI”, potrebbe essere
il loro “manifesto”!
[1] BORGIA G., La convivenza democratica: idee e
prospettive degli studenti, degli insegnanti e dei genitori. I risultati di
un’indagine-ricerca, In Formazione e Insegnamento. Rivista internazionale
di scienze dell’educazione e della formazione. Anno XV supplemento N° 2 2017,
Pensa MultiMedia s.r.l., Lecce 2017, 221-222.
venerdì 20 luglio 2018
LIBIDINE DI UN ANGELO
Libidine di un angelo è il romanzo scritto dal prof. Diego Aleo. Il libro sarà presentato al pubblico a settembre nella città di Barrafranca, dove l'autore attualmente vive.
"Romanzo di
vite vissute, d’incontri di Anime, di esperienze interiori. L’autore, nel tracciare le vicende dei due giovani protagonisti, Albert e
Khalid, analizza e dipana le maglie del dolore… di quello stato di sofferenza
fisico e morale che è parte integrante della vita umana. Innanzi tutto dolore
fisico inteso come sofferenza in terra straniera. Khalid è marocchino “arabo dalla pelle olivastra e dal grande cuore”, Albert è
tedesco “biondo dall’aspetto bellissimo”, costretti entrambi, anche se per
vicissitudini diverse, a lasciare la propria terra. «I poveri nella terra del
benessere…», scrive l’autore all’inizio del romanzo. I poveri, i diseredati,
che la loro condizione rende “ultimi”, gli ultimi in mezzo a una società di
puro benessere, di consumismo smodato, dove l’indifferenza per chi ti sta
vicino regna sovrana."
giovedì 29 marzo 2018
La stupidità...
“La differenza tra la genialità e la
stupidità è che la genialità ha i suoi limiti” (A. Einstein)
Diverse sono “i Geni” che avrebbero tanto da dire e da
scrivere e spesso tacciono per eccesso di umiltà, al contrario di tanti stupidi
che invece si passano il tempo a scrivere sui social solo per consumare i MB
che hanno a disposizione. In questo periodo sento e leggo spesso affermazioni
ed esternazioni di un pensiero debole animato solo dalla strumentalizzazione di
eventi che accadono nel fluire della nostra storia. La cosa ancora più grave
sono i commenti di persone che sostengono queste esternazioni con discorsi vuoti
e senza senso perché originati dal vuoto culturale. Molte persone sui social
posta di tutto…non riflette e invece di fare a gara per promuovere il bene…si
affanna a riempire le pagine dei social di bolle vuote... Poveri giovani
disorientati da una generazione di adulti che fanno a gara a chi posta sui
social la bolla più grande e più pregna di stupidità! In questa settimana che
precede la Pasqua molti giovani, con i quali mi sono confrontato anche questa
mattina piacevolmente attorno a una tazzina di caffè, chiedo rispetto per la
loro intelligenza, chiedo a tanti stupidi adulti di tacere, almeno per alcuni
giorni. Vi invitano a tacere e prendere esempio dei geni che parlano, insegnano
e orientano nella silente testimonianza della loro genialità! Vi invitano a
meditare su questa frase di Stephen Hawking “Ricordatevi
sempre di guardare le stelle, non i piedi”.
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