venerdì 12 aprile 2013

TESTE PIENE O TESTE BEN FATTE?

"La costruzione di una competenza è il risultato di un giusto equilibrio tra il lavoro isolato dei suoi diversi elementi e l'integrazione di questi elementi in situazione di operazionalizzazione." (Etienne et Lerouge).
Il successo scolastico non è fine a se stesso. Certamente, ogni apprendimento prepara ai successivi nel percorso scolastico. Ma in fin dei conti, in teoria, l'alunno dovrebbe essere capace di mobilitare le sue acquisizioni fuori dalla scuola, in situazioni diverse, complesse, imprevedibili. Oggi, questa preoccupazione si esprime in ciò che spesso si chiama la problematica del transfert delel conoscenze o della costruzione di competenze. Le due espressioni non sono intercambiabili, ma entrambe individuano un aspetto del problema: 
  • per essere utili i saperi scolastici devono essere trasferibili;
  • ma il trasfer richiede qualcosa di più del possesso dei saperi: esso passa attraverso la loro integrazione con le competenze di riflessione, decisione e di azione in apporto alle situazioni complesse a cui l'individuo deve far fronte. (tratto dal testo costruire competenze a partire dalla scuola di Philippe Perrenoud).                                                                              Per lo sviluppo delle competenze è necessario non solo acquisire conoscenze, ma queste devono essere codificate in schemi di mobilitazione che si possono sedimentare soltanto attraverso l'esercizio contino delle conoscenze e delle abilità. Alla comunità scolastica si chiede pure di saper valutare e certificare le competenze acquisite dagli alunni. Nei prossimi anni bisognerà attivare percorsi formativi qualificati che mettano i docenti nelle condizioni di operare e progettare tenendo presente i traguardi che gli alunni devono raggiungere per lo sviluppo delle competenze. Il dilemma torna imperante: teste piene o teste ben fatte?                                                          

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