venerdì 7 dicembre 2018

IL PATRIMONIO ARTISTICO COME AMBIENTE DI APPRENDIMENTO PER L’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA

Insigni pedagogisti hanno sostenuto che l’ambiente è da considerare il primo abecedario della formazione e dell’educazione, potremmo anche sostenere, senza esagerare, che la strada è da considerare il luogo primario per la formazione e l’educazione. La strada mostra ai nostri occhi i segni della presenza antica e nuova di una civiltà, di una comunità che educa, forma e informa i suoi frequentatori in merito a questa presenza. L’ambiente nel fluire del tempo si è arricchito di segni, simboli, immagini che comunicano il senso, il significato, l’essenza, la bellezza di una comunità di persone. Nell’evolversi della storia umana la strada è diventata luogo comunicativo di una straordinaria bellezza, di una cultura che testimonia ai fruitori di quella visione estetica ed estatica una realtà antropologica venutasi a generare e sedimentare nel tempo, pertanto, questo patrimonio diviene il segno tangibile della presenza antropica di una civiltà e della peculiarità culturale di un popolo. L’ambiente attraverso il patrimonio artistico testimonia anche la fede religiosa di una comunità umana e civile. Nel nostro paese oltre a una generica dimensione religiosa questo patrimonio conferma la presenza della religione cristiana-cattolica. In altri termini, la strada attraverso il patrimonio artistico ci restituisce la fede genuina e semplice di una civiltà umana allocata in un dato territorio, la quale nell’incontro con Cristo Risorto ha trovato il senso ultimo e il significato autentico della propria esistenza e religiosità che nel passare del tempo si è fatta etica, norma, accoglienza, civiltà e progresso. Quindi, il nostro ambiente è da considerare la fonte primaria per ritrovare le radici di senso della nostra storia passata, dentro la quale ad un certo momento è entrato Dio con l’incarnazione, la passione, la morte e risurrezione di Cristo, operando una svolta epocale al corso del nostro processo evolutivo di civilizzazione. In sintesi, il patrimonio artistico delle nostre realtà urbane, intrise di cristianesimo, attesta la presenza di una religione che è per l’uomo e che chiede a questa umanità di prendersi cura della “casa comune”, il creato, entro il quale il patrimonio artistico mostra la presenza salvifica di Dio. Pertanto, il paesaggio, la strada, l’ambiente, diventano così la presenza della Bellezza di Dio nel mondo. È questa la riflessione sintetica di quanto si è discusso nella tre giorni di formazione regionale per IdRC a Cefalù, dove docenti-formatori, provenienti da tutte le diocesi della Sicilia, si sono confrontati sul tema del: “Patrimonio artistico come ambiente di apprendimento per l’insegnamento della religione cattolica”.
Dal convegno è venuto fuori che l’ambiente con il suo ricco patrimonio artistico non solo è da considerare come luogo di formazione in generale, ma grazie alla potenza comunicativa del linguaggio artistico è da ripensare come luogo privilegiato per l’educazione e per la formazione al senso civico, alla cittadinanza attiva e al senso di appartenenza al popolo italiano, dove i segni del cristianesimo provano il peculiare contributo che ha dato la religione cattolica alla tessitura del nostro tessuto sociale.

giovedì 11 ottobre 2018

I PALADINI DELLA “IL-LEGALITÀ”


 
 
«L’uomo della post-modernità vive in una condizione di frammentarietà di valori, idee, relazioni, egli ha perso la centralità del suo essere nel mondo come artefice del proprio destino e di quello della comunità. Pertanto, bisogna recuperare la dimensione etica del vivere civile attraverso una relazione soggettiva con la comunità intersoggettiva, ponendo il bene comune come fondamento centrale della convivenza civile.»[1]
Pertanto, in questa situazione, purtroppo, si assiste all’emergere sempre più incalzante dei cosiddetti Paladini della “legalità”, i quali, forti del loro pensiero debole, alimentatosi dentro un certo oscurantismo culturale di ritorno, si ergono a difensori dell’ordine contro il presunto disordine, a lottatori contro ogni presunta forma di ingiustizia e di illegalità. Questi paladini della “il-legalità” si sono dati una missione, quella del nulla, giustizieri del vuoto culturale, promotori della confusione, contestatori di tutto, diffusori, sostengono loro, di quei valori e virtù della laicità che in realtà misconoscono o ignorano del tutto.  Questi paladini, fautori di illegalità, diffusori di una mediocrità culturale, generatori di confusione e disorientamento si mimetizzano dietro una certa forma di laicità, in realtà sono una sottospecie “transgenetica” di laicisti. Il laicismo è definito dal dizionario Treccani come: “ogni posizione che voglia garantire l’autonomia culturale e politica degli individui e delle organizzazioni contro i tentativi di imporre, attraverso il potere statale, concezioni filosofiche, religiose, politiche e sociali proprie di particolari gruppi.Questi Paladini della “il-legalità” in realtà  sono solo dei contestatori di tutto e tutti, non gli va bene nulla, tutto è ingiusto e illegale perché non conforme alla loro bramosia narcisistica.  In sintesi,  vanno sempre in cerca di un momento di gloria che solo una vuota contestazione gli può dare. Se li osservi bene non si fanno troppi scrupoli quando c’è da difendere il loro interesse, a quel punto tutto diventa lecito, perseguibile, giusto, perché il “fine giustifica i mezzi”. Sono quelli che minimizzano su tutto quando si tratta di loro, si lasciano andare a vizi e forme di nefandezze senza tanti scrupoli, perché nella sfera privata nessuna legalità è imposta, quella vale solo per gli altri, l’appello alla legalità vale solo quando c’è da destabilizzare un sistema perché dalla confusione loro ne traggono godimento, è il luogo del non pensiero che perseguono, la loro missione consiste nella diffusione del pensiero debole. Cosa dire ancora? Meno male che esistono questi paladini, altrimenti vivremmo tutti come primitivi incivili e illegali, dovremmo ringraziarli perché tentano di riportarci sulla retta via…allora voglio dedicare a loro, perché solo questo meritano, la canzone di F. Gabbiani, “PACHIDERMI E PAPPAGALLI”, potrebbe essere il loro “manifesto”!



[1] BORGIA G., La convivenza democratica: idee e prospettive degli studenti, degli insegnanti e dei genitori. I risultati di un’indagine-ricerca, In Formazione e Insegnamento. Rivista internazionale di scienze dell’educazione e della formazione. Anno XV supplemento N° 2 2017, Pensa MultiMedia s.r.l., Lecce 2017, 221-222.
 

 

venerdì 20 luglio 2018

LIBIDINE DI UN ANGELO


Libidine di un angelo è il romanzo scritto dal prof. Diego Aleo. Il libro sarà presentato al pubblico a settembre nella città di Barrafranca, dove l'autore attualmente vive.
"Romanzo di vite vissute, d’incontri di Anime, di esperienze interiori. L’autore, nel tracciare le vicende dei due giovani protagonisti, Albert e Khalid, analizza e dipana le maglie del dolore… di quello stato di sofferenza fisico e morale che è parte integrante della vita umana. Innanzi tutto dolore fisico inteso come sofferenza in terra straniera. Khalid è marocchino “arabo dalla pelle olivastra e dal grande cuore”, Albert è tedesco “biondo dall’aspetto bellissimo”, costretti entrambi, anche se per vicissitudini diverse, a lasciare la propria terra. «I poveri nella terra del benessere…», scrive l’autore all’inizio del romanzo. I poveri, i diseredati, che la loro condizione rende “ultimi”, gli ultimi in mezzo a una società di puro benessere, di consumismo smodato, dove l’indifferenza per chi ti sta vicino regna sovrana."

giovedì 29 marzo 2018

La stupidità...


 

“La differenza tra la genialità e la stupidità è che la genialità ha i suoi limiti” (A. Einstein)
Diverse sono “i Geni” che avrebbero tanto da dire e da scrivere e spesso tacciono per eccesso di umiltà, al contrario di tanti stupidi che invece si passano il tempo a scrivere sui social solo per consumare i MB che hanno a disposizione. In questo periodo sento e leggo spesso affermazioni ed esternazioni di un pensiero debole animato solo dalla strumentalizzazione di eventi che accadono nel fluire della nostra storia. La cosa ancora più grave sono i commenti di persone che sostengono queste esternazioni con discorsi vuoti e senza senso perché originati dal vuoto culturale. Molte persone sui social posta di tutto…non riflette e invece di fare a gara per promuovere il bene…si affanna a riempire le pagine dei social di bolle vuote... Poveri giovani disorientati da una generazione di adulti che fanno a gara a chi posta sui social la bolla più grande e più pregna di stupidità! In questa settimana che precede la Pasqua molti giovani, con i quali mi sono confrontato anche questa mattina piacevolmente attorno a una tazzina di caffè, chiedo rispetto per la loro intelligenza, chiedo a tanti stupidi adulti di tacere, almeno per alcuni giorni. Vi invitano a tacere e prendere esempio dei geni che parlano, insegnano e orientano nella silente testimonianza della loro genialità! Vi invitano a meditare su questa frase di Stephen Hawking “Ricordatevi sempre di guardare le stelle, non i piedi”.