giovedì 19 marzo 2020

PRUDENZA, RIGORE E DISCIPLINA




In questo periodo stiamo attraversando un momento di emergenza a causa della minaccia esterna di un essere chiamato Covid-19 o coronavirus. L’emergenza è da intendersi come una situazione di crisi o pericolo da affrontare con tempestività e risolutezza, ovviamente ciò non significa che si è in pericolo di morte senza nessuno scampo. Quindi, le situazioni di emergenza vanno affrontate con prudenza, rigore e disciplina, in maniera tempestiva e risoluta, al fine di arginare subito il pericolo ed evitare di generare la sua crescita esponenziale e l’insorgenza di altre situazioni correlate al pericolo primario. Di fronte a qualsiasi minaccia l’essere umano prova paura, questa è un’emozione forte che porta l’individuo ad attivare comportamenti per evitare e contrastare l’insidia. Le misure per contrastare la minaccia vanno sempre compiute con prudenza, rigore e disciplina, Goleman direbbe usando l’intelligenza emotiva, in altri termini, senza mai perdere la lucidità. Potremmo dire che la paura porta l’uomo a concentrare tutte le energie affinché il cervello possa attivare razionalmente atteggiamenti idonei a evitare il pericolo e contrastare la minaccia, superando così ciò che potrebbe attentare all’ incolumità della persona. Quando invece l’uomo vive e percepisce la minaccia con terrore la paura si può trasformare in isterismo o in panico. Quindi, più si percepisce la minaccia con terrore più aumentano gli atteggiamenti isterici, con conseguente perdita del controllo razionale delle proprie azioni. Il termine terrore significa senso intenso e sconvolgente di paura o di spavento, pertanto, se si percepisce la minaccia come terrore nel soggetto avviene uno sconvolgimento psicologico che lo può condurre alla perdita di lucidità e di razionalità, condizioni necessarie invece per prendere decisioni e assumere atteggiamenti idonei per evitare e fronteggiare la minaccia. Goleman direbbe che deve entrare in gioco la nostra intelligenza emotiva per gestire al meglio i nostri atteggiamenti e le nostre azioni. Chi ricopre un ruolo istituzionale o di responsabilità, a qualsiasi livello, ma anche semplicemente per il solo fatto di essere un adulto, non si può permettere di percepire la minaccia con terrore e assumere atteggiamenti minacciosi, inquietanti, isterici nei confronti di coloro di cui deve prendersi cura. Tutti, in particolare chi ricopre ruoli specifici, abbiamo il dovere giuridico ed etico di infondere fiducia e serenità, promuovere atteggiamenti prudenti, rigorosi e disciplinati, che non vuol dire prendere alla leggera la minaccia, significa invece informare, educare, istruire le persone a saper gestire l’emergenza con intelligenza, senza terrore, panico, isterismo. In altri termini, tutti, e ribadisco soprattutto chi ricopre ruoli istituzionali, abbiamo il compito di correggere, ammonire, spiegare con rigore e disciplina le regole, senza aggredire le persone, senza repressione, né minacce, né terrore. In altri termini, con pazienza, costanza, e senza mai stancarsi, non ce lo possiamo permettere anche se si è allo stremo.  In parole semplici, senza terrorizzare le persone, spiegare che il rischio è quello di mandare in tilt la Nazione in tutti i settori dello Stato. Dunque, la paura di fronte a questo virus deve spingerci a fronteggiare la sua minaccia con prudenza, rigore e disciplina, senza mai perdere il lume della ragione! Scrivo queste cose perché in questi giorni, ascolto, vedo e assisto a situazioni surreali e discordanti rispetto a quanto previsto dai decreti, dalle fonti autorevoli e ufficiali (per fonti autorevoli si intende esclusivamente: Viminale, Presidenza dei ministri, Capo della Protezione Civile, Istituto Superiore di Sanità, Ministero della salute). Mi chiedo se tutti, a vario titolo, abbiamo attinto le informazioni direttamente da queste fonti, oppure agiamo per sentito dire… In situazione di minacce e di emergenza è fondamentale leggere o sentire le informazioni direttamente dalle fonti ufficiali, quelle primarie e non quelle secondarie! Ripeto con enfasi che è importante attingere le informazioni da queste fonti, perché sono quelle non mediate da altri, sono quelle che forniscono le giuste informazioni per assumere quel necessario atteggiamento di prudenza, rigore e disciplina, viceversa, attingendo informazioni da fonti secondarie, anche se istituzionali, il rischio è quello di non avere la garanzia dell’integrità e attendibilità dell’informazione, finendo con il percepire la minaccia come terrore! Di conseguenza, il risultato potrebbe essere la perdita della razionalità negli atteggiamenti e nelle azioni da attuare per il raggiungimento di un proficuo risultato. La minaccia non si fronteggia con il terrore ma con la Ragione, però questa è una facoltà intellettiva che occorre nutrire con il cibo della cultura e allenare con l’esercizio costante dello studio che deve essere sempre attuato come virtù, come dovere civico, per il bene del singolo e della collettività.