lunedì 18 dicembre 2023

L'IRC nell'era del Post-umanesimo

 

Di Guglielmo Borgia

Gli insegnanti di Religione Cattolica della diocesi di Piazza Armerina nei giorni 15 e 16 dicembre si sono ritrovati per confrontarsi e riflettere sulla proposta educativa da offrire agli studenti nell’era del post-umanesimo e dell’intelligenza artificiale (IA). I relatori, Prof. L. Pace e C. Dotolo, con le loro relazioni hanno guidato i docenti nella riflessione, proponendo piste di riflessione a livello pedagogico e teologico per innovare la loro prassi didattica.
(per una sintesi significativa vi rimando al post. Pubblicato dal  prof. L. Pace sul suo blog.)

venerdì 3 novembre 2023

“Una freschezza che sorprende: Cristianesimo, IRC e nuove generazioni“.

 

Il cristianesimo oggi è ancora in grado di sorprendere con la sua freschezza carica della novità della Resurrezione? A fine ottobre docenti di IRC provenienti da tutta Italia si sono interrogati su questo tema. In questo spazio di riflessione pedagogica vi  propongo un articolo  del Prof. Luciano Pace che ha pubblicato sul suo blog "l'ora di Pace". In questo articolo Luciano ci presenta la sintesi dei  lavori del convegno offrendoci degli spunti di riflessione significativi che ci conducono a prendere consapevolezza di ciò che realmente conta nella vita. Il cristianesimo è la religione della vita di resurrezione! Se è così, perchè molti non riescono a percepire la freschezza di tanta vita e sorprendersi? (leggi il post di Luciano e troverai una risposta)

lunedì 20 marzo 2023

Una mattina al Monastero

 





Una mattina al Monastero

Era settembre, abbandonai quel gomitolo di strade che sfocia sull’Etna, mi recai al Monastero dei Benedettini, pronta a sostenere l’esame di letteratura italiana.  Salii velocemente le scale del secondo piano, ancora imbrattata di sudore, vivendo l’ansia dell’attesa, la paura della solitudine, schivando gli sguardi  dei passanti, immobile in un’istante così opprimente. In un attimo mi ritrovai  su una di quelle panche sotto gli ulivi, con il cuore in fiamme dal fallimento. […] (continua a leggere)

Di Marianna Borgia

     

mercoledì 8 febbraio 2023

PROVE TECNICHE DI STRUMENTALIZZAZIONE

In questi giorni si è acceso un aspro dibattito sul 41bis, provvedimento carcerario restrittivo nei confronti di  detenuti condannati per crimini di malavita organizzata o di terrorismo. Il polverone è stato sollevato da un anarchico insurrezionale che, condannato al 41 bis, ha deciso di fare lo sciopero della fame, perché, a suo dire, questa misura restrittiva  non la meritava. Stiamo parlando di un certo Cospito, un anarchico insurrezionale che insoddisfatto, non si capisce di cosa, ha pensato bene di gambizzare un imprenditore e di piazzare alcuni ordigni esplosivi in segno di protesta contro lo stato. Al di là degli screzi politici e delle strumentalizzazioni di diversa natura, ciò che suscita perplessità è il fatto che si metta in discussione la validità del 41 bis, cioè stiamo assistendo a un aspro dibattito tra coloro che sono fautori del 41 bis e quelli che  invece lo contestano, considerandolo un provvedimento carcerario superato, incostituzionale e addirittura  inumano. Quest'ultima affermazione uscita dalla bocca di alcuni giornalisti, di associazioni di avvocati e anche di qualche ex magistrato, suscita in me indignazione e perplessità. Senza entrare nella spicciola polemica vorrei fare qualche riflessione in merito a queste becere affermazioni. Iniziamo dal provvedimento restrittivo 41 bis che non si applica a tutti i detenuti per associazione mafiosa o terroristica, ma solo a quelli ritenuti capaci di poter continuare a esercitare un’influenza criminosa, sia all'interno del carcere, sia all'esterno. Il suddetto provvedimento non è assolutamente un carcere duro e inumano, in quanto prevede, ovviamente, una cosiddetta impermeabilizzazione del detenuto, per evitare che questi comunichi con l'esterno. L'impermeabilizzazione non significa che il detenuto non coda di tutto ciò che necessita a un essere umano per vivere dignitosamente: tv, libri, assistenza sanitaria, igiene, ecc., anche se si è macchiato di indicibili crimini. Una seconda riflessione riguarda il termine inumano, vediamo cosa significa etimologicamente e letteralmente il suddetto aggettivo; cito da un noto dizionario: “ dal latino inhumanus, 1) di persona che soprattutto negli atti del comportamento, si mostra priva dei sentimenti di umana pietà e quindi crudele, spietata; 2) di cosa, che offende il senso di umanità o rivela mancanza di umanità: ferocia, crudeltà; nell'uso letterale inumano significa di cosa che non ha nulla di umano, che non è propria dell'uomo, quindi sovraumano in senso ampio.” Dunque, stando al significato del termine questo noto giornalista è convinto che chi si trova in regime del 41 bis viva in condizione disumane, cioè è sottoposto a un regime di carcere duro. Quindi, un detenuto in regime di 41bis, secondo il significato dell’aggettivo inumano,  in cella non ha nessun comfort che gli permetta di vivere dignitosamente come un essere umano, ovvero,  non c'è riscaldamento, bagno con tutti i servizi, acqua calda, non dispone di un comodo letto dove riposare, bevande, pasti caldi e, sicuramente, sarà pure torturato e magari svegliato a tutte le ore come si faceva nel medioevo e come si fa ancora in certe nazioni, queste sono le condizioni di un carcere duro, e non mi pare che in Italia sia così, nemmeno per quelli condannati al 41bis. A questo punto mi chiedo, questi signori che si trovano al 41 bis quando hanno commesso i loro crimini sono stati umani o inumani? Le stragi di Capaci, via D'Amelio e tutte le altre di stampo mafioso sono state umane o disumane? Le stragi di Bologna, di piazza della Loggia a Brescia, piazza Fontana a Milano, l'assassinio di Moro, Vittorio Bachelet, e potremmo continuare a iosa, sono state inumane o cariche di umanità? Noi italiani a fronte di tanta crudeltà, di tanta disumanità, di tanta ferocia, non chiediamo vendetta ma solo un’impermeabilizzazione di coloro che, senza pietà e umanità, hanno tolto queste persone ai loro affetti, a noi, alla nostra umanità, alla nostra cultura, alla nostra nazione. In altri termini, chiediamo, con queste misure restrittive, che questi signori non nuocciono più alla nostra umanità, al nostro diritto di vivere liberi e senza il terrore di trovarci coinvolti in qualche attentato, come è successo a tante vittime innocenti, perché quel giorno stavano facendo solo il loro dovere o si apprestavano a compierlo recandosi al lavoro. Mentre scrivo mi sembra di sentire le voci di tutte le vittime di questi indicibili crimini:“NON VOGLIAMO VENDETTA MA UMANO RISPETTO!”